La biblioteca di casa Pindemonte e i libri di Ippolito: studio bibliografico-filologico

 

Isolde Quadranti, La biblioteca di casa Pindemonte e i libri di Ippolito: studio bibliografico-filologico, Verona, Bonato, 2011, 2 voll., pp. xiv-306 + vii-530

 

L’epistolario di Ippolito Pindemonte (1753-1828) è indubbiamente, sia per le sue cospicue dimensioni (2500 le lettere censite) sia perché specchio di quasi cinquant’anni di vita del poeta e dei suoi rapporti con quasi trecento corrispondenti, una fonte di notevole interesse per gli studi su questo autore. Se diverse sono le chiave di lettura a cui si presta una corrispondenza privata tanto varia e ampia, ancora poco e in modo marginale la si era esaminata come fonte per una ricostruzione di quella che dovette essere la biblioteca personale del poeta e che solo parzialmente il fondo Pindemonte della Biblioteca Civica, comprensivo di 2059 testi, è oggi in grado di restituire.

 

La varietà degli interessi di Ippolito, i giudizi espressi dal poeta su testi da lui acquistati o ricevuti in dono, suggerimenti di letture, i canali abitualmente percorsi dal poeta nella ricerca di opere irreperibili a Verona o a Venezia, commenti e puntuali correzioni a opere sottoposte al suo giudizio: tutto questo emerge dalla lettura incrociata della biblioteca e del carteggio che Isolde Quadranti conduce nell’ampia introduzione ai suoi due volumi contenenti il catalogo della biblioteca Pindemonte e un prezioso manipolo di lettere inedite di argomento latamente libresco sorretto da ricche note di esplicazione e di commento.

 

L’analisi del carteggio appare di conseguenza del tutto complementare a quella condotta sulla storia e sul contenuto del fondo Pindemonte e utile per una migliore conoscenza della personalità del poeta. A tal fine il lavoro di Isolde Quadranti rende ben conto anche della ventina di edizioni con dediche (tra cui una autografa di Foscolo), postille e note di possesso prevenute alla Biblioteca Civica, dal cui raffronto emergono interessanti spunti di riflessione sulla storia della biblioteca, come pure sui gusti e sulle abitudini di Pindemonte lettore e letterato.

 

In appendice ai volumi la descrizione dei manoscritti di Ippolito e delle lettere al poeta depositati nel 1869 presso la Biblioteca Civica di Verona. In particolare, la nutrita sezione Lettere del vol. I, pp. 103-229, pubblica 98 missive di/a Pindemonte, datate fra il 2.V.1782 e il 14.III.1828. Fra i corrispondenti: Giovanni Cristofano Amaduzzi, Clementino Vannetti, Francesco Fontana, Tommaso Gargallo, Angelo Dalmistro, Daniele Francesconi, Domenico Testa, Carlo Rosmini, Tommaso Olivi, Giovanni Girolamo Orti Manara, Giulio Bernardino Tomitano, Alfonso Belgrado, Giuseppe Molini, Antonio Cagnoli, Carlo Roncalli, Pompilio Pozzetti, Saverio Bettinelli, Antonio Mussi, Pietro Schedoni, Francesco Negri, Giovanni Carmignani, Luigi Andrioli, Filippo Schiassi, Luigi Bramieri, Giuseppe Franchi di Pont, Antonio Vassalli Eandi, Andrea Mustoxidi, Antonio Simeone Sografi, Anton Fortunato Stella, Carlo Tedaldi Fores, Smeraldo Benelli, Pietro Bettio, Bennassù Montanari, Alessandro Torri, Angelo Maria Ricci, Giuseppe Maria Pujati, Felice Bellotti, Angelo Zendrini, Carlo Boucheron, Angelo Mai, Giuseppe Barbieri, Ilario Casarotti, Luigi Muzzi.

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