Gian Vincenzo Gravina: studi ed edizioni
Si segnalano due contributi su Gian Vincenzo Gravina:
Annalisa Nacinovich, "Nel labirinto delle idee confuse". La riforma letteraria di Gianvincenzo Gravina, Pisa, ETS, 2012 (Letteratura italiana, 22), 200 pp.
Obiettivo di questo studio è la ricognizione della riflessione estetico-letteraria di Gravina dagli esordi romani, affrontati a partire dal De lingua etrusca e dall’Hydra mystica, allo sviluppo della proposta di rinnovamento letterario di cui è espressione il celebre saggio Della ragion poetica. L’analisi delle opere, italiane e latine, nelle quali è scandita tale riflessione, è volta a ricostruire il contesto in cui videro la luce, mirando a individuarne gli interlocutori e a collocarle, dunque, nell’ambito dell’acceso dibattito che coinvolse per quasi venti anni i principali intellettuali italiani ed europei: è così ricostruito il ruolo di Gravina nella diffusione italiana del pensiero di Francis Bacon, e ne sono interpretate alcune posizioni estetiche alla luce della polemica Orsi-Bouhours. L’attenzione agli interlocutori contemporanei evidenzia una geografia delle opere che supera la dimensione ‘napoletana’ in cui si è tradizionalmente voluto inserire il pensiero di questo autore, i cui rapporti con intellettuali come Lorenzo Magalotti suggeriscono l’esigenza di riconsiderare le reali dimensioni della sua influenza sui dibattiti settecenteschi, così come la questione della sua ‘eredità’. La prima delle quattro appendici del volume pubblica il carteggio di Gravina con il «postiglione d’Europa» Lorenzo Magalotti.
Gianvincenzo Gravina, Delle antiche favole, in appendice Discorso sopra l''Endimione' di Alessandro Guidi, a cura di Valentina Gallo, Roma, Salerno Editrice, 2012 (Miscellanea erudita) CXLVIII-136 pp.
Il profilo del Gravina che emerge da questo testo, grazie al riscontro sulle fonti e all’indagine stilistica, è quello di una figura cardine nel passaggio tra Sei e Settecento, un teorico dell’estetica che travasa la cultura secentesca nel secolo dei lumi. La sua posizione viene analizzata e delineata tanto nei suoi rapporti con Vico, quanto nella lunga durata, come interlocutore longevo di Foscolo e Leopardi. Il volume si compone di un’introduzione storicoculturale che ricostruisce nel dettaglio i primi anni romani, tratteggia la proposta estetica graviniana, offre un’analisi stilistica e semantica dei termini tecnici su cui poggia la sua estetica (immagine/immaginazione, fantasia, ecc.). C’è poi il testo di Delle antiche favole secondo la princeps di Roma; una nota al testo e un apparato variantistico; quindi il commento. In appendice, si offre il Discorso sopra l’Endimione, vero e proprio incunabolo di Delle antiche favole. L’edizione congiunta delle due opere evidenzia la coerenza e l’evoluzione della proposta graviniana, in relazione ai diversi stimoli che l’ambiente romano gli offrì nell’ultimo scorcio del secolo XVII.